IVA
10 Settembre 2025
L'Amministrazione Finanziaria ribadisce l'esclusione delle dismissioni immobiliari dalla determinazione della percentuale di detraibilità.
L’Agenzia delle Entrate, con la risposta all’interpello 8.09.2025, n. 231, ha nuovamente chiarito una questione che ricorre frequentemente nella prassi professionale: le cessioni di beni ammortizzabili non partecipano al calcolo del pro-rata di detraibilità dell’Iva.
La fattispecie analizzata coinvolgeva un ente no profit, la cui attività principale consiste nella gestione di una struttura residenziale per anziani. L’ente sviluppa anche attività secondarie che, nel caso di specie, consiste nella locazione di 2 edifici. Ed è proprio uno di questi immobili a essere oggetto della cessione, motivata da necessità finanziarie legate alla ristrutturazione della casa di riposo.
Il riferimento normativo cardine rimane l’art. 19-bis, c. 2 D.P.R. 633/1972, che esclude espressamente dal calcolo del pro-rata le cessioni di beni ammortizzabili. Questa previsione si affianca ad altre esclusioni: i passaggi interni disciplinati dall’art. 36, c. 6 e determinate operazioni esenti indicate nell’art. 10, nn. 1-9, quando non costituiscono oggetto dell’attività propria del soggetto passivo o risultano accessorie alle operazioni imponibili. La ratio di tale esclusione trova la sua giustificazione nella necessità di preservare l’autenticità del pro-rata come indicatore dell’ordinaria attività del contribuente.