Accertamento, riscossione e contenzioso

22 Luglio 2025

Verifiche GdF dovranno essere motivate… quelle dell'Ispettorato del Lavoro?

Dopo la sentenza delle Corte europea dei diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia per le scarse garanzie in caso di controlli fiscali, arriva un correttivo alla legge a tutela dei diritti del contribuente ove inserito l’obbligo per Entrate e GdF di motivare gli accessi ispettivi.

La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU) è intervenuta su sollecitazione di una ricorrente nazionale in materia di poteri di accesso e accertamento, in relazione all’art. 8 della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo, sancendo di fatto che il “domicilio tutelato” non è solo il luogo di abitazione e vita privata ma anche i locali ove si sviluppano attività produttive, commerciali ed economiche quali ad esempio gli studi professionali.

È stato individuato e stigmatizzato uno squilibrio in merito allo stato delle norme che proteggono il contribuente dalla possibile e arbitraria invasività delle verifiche, a valle di tale sentenza è in arrivo (ma non ancora operativo) un emendamento che prevede “adeguata motivazione” delle verifiche da parte degli operatori dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza.

Ci siamo chiesti se tale “protezione” interessasse anche le verifiche di ATS e Ispettorato del lavoro, che sono in campo, ambedue, in materia di Sicurezza e Salute nei luoghi di lavoro e l’Ispettorato Nazionale (ma a dire il vero anche la Guardia di Finanza) in materia di verifica e tutela delle condizioni di lavoro, lotta al lavoro nero e altre forme di elusione delle norme lavoristiche.

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