Diritto del lavoro e legislazione sociale
13 Febbraio 2025
La Cassazione conferma il licenziamento di un lavoratore che, durante il congedo parentale, gestiva un’attività di compravendita di auto. Il controllo di un investigatore privato ha fornito le prove decisive.
Un lavoratore che usufruiva del congedo parentale retribuito è stato sorpreso a gestire un’attività di compravendita di automobili. Il datore di lavoro, sospettando un uso improprio del beneficio, ha incaricato un investigatore privato di verificare la situazione.
L’indagine ha confermato che l’uomo, pur risultando in congedo, si dedicava alla gestione della sua impresa, violando così la finalità del permesso. La società ha quindi deciso di interrompere il rapporto lavorativo, ritenendo il comportamento del dipendente incompatibile con i doveri di correttezza e fedeltà.
Il lavoratore ha impugnato il licenziamento sostenendo l’illegittimità delle prove raccolte e la sproporzione della sanzione, ma la Corte d’Appello di Roma, con sentenza 4.02.2025 n. 2618, ha confermato la decisione della società. Il caso è arrivato in Cassazione, che ha ribadito la correttezza della misura adottata.