Consulenza aziendale, commerciale e marketing

16 Settembre 2021

Luca, dillo alla mamma, vuoi fare il commercialista?

Ciao mamma, sono Luca, ci ho pensato parecchio e ho deciso che nella vita voglio fare altro: so che sarei la terza generazione, ma non mi ci vedo a lavorare come lavori tu.

Lo so che è il mio sogno fin da bambino, ma quando mi portavi dal nonno, e svaligiavo le caramelle destinate agli ospiti sul bancone all’ingresso, il mestiere era diverso. Non credo fosse soltanto la lente della mia infanzia che mi faceva vedere le cose in modo più “semplice” e nemmeno quanto fossero dolci le caramelle in studio, le cose sono proprio cambiate.

Quando ero bimbo c’erano le ceste regalo a Natale che arrivavano fino all’ingresso e passeggiare sul corso con il nonno mi faceva sentire super importante, un vero boss! Ogni 3 persone dovevamo fermarci per un saluto, un aggiornamento o una chiacchiera più consistente e percorrere 100 metri poteva richiederci 20 minuti. La cosa che mi colpiva di più era la riverenza che il nonno otteneva senza dover aprir bocca da chiunque intorno a noi. Quasi un’aura, un campo di forza che ricordava agli interlocutori che non stavano parlando con una persona qualunque. Era quel rispetto che notavo riservare per il medico, per le forze dell’ordine e, senza esagerare, per il vescovo. Ed in effetti, i segreti che conosceva il nonno forse erano più profondi di quelli nel confessionale.

Insomma, quello era ciò che volevo quando sognavo di diventare commercialista. Volevo essere io a stringere la mano degli imprenditori che pendevano dalle labbra del nonno per i consigli senza i quali non si sarebbero fidati a muovere una foglia. Bramavo di meritarmi la fiducia delle persone e sognavo di risolvere i loro problemi. Volevo, come il nonno, potermi permettere la vita che ci siamo sempre potuti concedere. Sarebbe piaciuto anche a me comprare una casa a Cortina e una a Forte dei Marmi come ha fatto lui. Volevo, come il nonno e la nonna, concedermi le vacanze estive, mesi interi che abbiamo trascorso in compagnia durante la mia infanzia.

Però la professione non è più quella. Ci pensi mamma? Abbiamo persino dovuto valutare l’iscrizione al master di mia sorella perché costava troppo! Tu e il papà quest’estate le vacanze le avete saltate a piè pari e sinceramente l’anno scorso non è andata molto meglio. Tu hai abbandonato la danza, che era qualcosa a cui tenevi davvero. Il papà fuma come un turco perché è stressato. Se ci pensi bene, ultimamente non fate altro che lamentarvi delle scadenze, di quanto siano ingrati i clienti e di come la struttura vi remi contro… Vi vedo fisicamente stanchi. Certo, capisco alla perfezione che per voi sia diventata una sorta di missione, ma per il mio futuro vedo qualcosa di diverso.

Voglio le cose che caratterizzavano la vita del nonno, quelle che in fondo hanno convinto anche voi a seguire il percorso da lui tracciato, ma credo che il miglior modo di ottenerle sia allontanarmi dallo studio.

Farò come Clara e infatti ho già iniziato a fare domanda per le Big Four. Ho visitato una sede durante l’università, sembrava di essere a Google! Uffici nuovissimi e tecnologia. Sono completamente integrati a livello sistemistico e per le nuove reclute sono previsti percorsi di avviamento e formazione da capogiro. Poi hanno le sedi internazionali, i clienti importanti, un sacco di opportunità formative e sfide sempre nuove. Mi sarebbe piaciuto fare consulenza alle PMI, ma mi avete detto che i clienti non capiscono, quindi mi adatto. Sì, mi dispiacerebbe un po’ se dovessi lasciare l’Italia, ma fa parte del gioco. Inoltre, mamma, pagano bene, da subito, e le opportunità di carriera sono stellari. Non dovesse piacermi, una volta inserita a CV, è un’esperienza che posso spendere come voglio.

Insomma, cosa ne pensi mamma?

Mamma: “Posso fare domanda anch’io?

Ho letto con dispiacere la notizia dei 1.300 tirocinanti in meno sul Sole 24Ore, ma credo che il disinnamoramento non sia tanto rivolto alla professione in sé, quanto piuttosto a come questa viene praticata. La consulenza all’impresa italiana è meravigliosa e siamo in un momento storico pieno di opportunità che consentono non solo ampie soddisfazioni economiche, ma anche la possibilità di ricoprire un importante ruolo nella ripartenza del Paese. Lo studio, in piccolo, dovrebbe fare come le Big Four e non vergognarsi di essere un’impresa che vuole e può andare bene. Solo in questo modo la prossima generazione di “Luca” tornerà a interessarsi alla professione.

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