Paghe e contributi

17 Aprile 2025

Patto di non concorrenza e autonomia dalla retribuzione del lavoratore

La Cassazione conferma che la validità del corrispettivo previsto dal patto deve essere valutata separatamente dal contratto di lavoro subordinato.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 8.04.2025, n. 9258, ha ribadito un principio che spesso torna al centro del contenzioso lavoristico: il patto di non concorrenza ha una vita giuridica autonoma rispetto al contratto di lavoro. Un’autonomia che incide non solo sulla causa dell’accordo, ma anche sul modo in cui deve essere determinato il corrispettivo economico riconosciuto al lavoratore.

Caso in oggetto – La questione affrontata dalla Corte nasce da un ricorso promosso da una banca nei confronti di un proprio ex collaboratore. I giudici di merito, sia in primo che in secondo grado, avevano ritenuto nullo il patto di non concorrenza sottoscritto tra le parti. Il motivo? Il compenso previsto era legato unicamente alla durata effettiva del rapporto di lavoro, senza alcuna previsione di un importo minimo garantito. Una impostazione che, secondo i giudici milanesi, rendeva il corrispettivo non sufficientemente determinabile.

La Suprema Corte ha invece rovesciato l’impostazione seguita nei gradi precedenti.

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