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30 Marzo 2024

Rapporto Excelsior: i dati previsionali sul fabbisogno occupazionale

Pubblicati i dati del Rapporto Excelsior realizzato da UnionCamere e Anpal sulle previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali per il quinquennio 2024-2028.

Un fabbisogno compreso tra 3,1 e 3,6 milioni di occupati nel quinquennio pari a una media tra le 630.000 e le 727.000 unità all’anno. Sono questi i numeri che emergono dal Rapporto Excelsior realizzato da UnionCamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro. Per quanto concerne il fabbisogno occupazionale per il quinquennio 2024-2028 sono stati analizzati i dati relativi a fabbisogno complessivo, calla .d expansion demand (fabbisogno previsto in base alla crescita economica)e alla c.d. replacement demand (fabbisogno previsto per sostituire lavoratori in uscita).

Il fabbisogno complessivo previsto per il periodo indicato, dato dalla somma delle 2 componenti expansion demand e replacement demand, potrebbe oscillare tra 3,15 milioni di unità in caso di scenario negativo e 3.63 milioni di unità nello scenario positivo. Esaminando i dati per componente, si nota che i lavoratori dipendenti nel settore privato contribuiranno a determinare la maggior parte del fabbisogno con circa il 61%, i dipendenti pubblici avranno un peso del 22% mentre la quota degli autonomi si attesterà al 17% (percentuali espresse come medie dei 2 scenari, positivo e negativo).

Passando a esaminare i dati relativi alla cd. expansion demand, lo stock occupazionale, secondo i dati raccolti, potrebbe oscillare da 238.000 a 722.000 unità e in quest’ottica un ruolo importante potrebbe svolgerlo l’impatto effettivo delle risorse stanziate con il PNRR, mentre il fabbisogno sarà determinato in larga parte dai lavoratori in uscita dal mercato del lavoro che, per il quinquennio in oggetto, si stimano in 2,9 milioni di unità. Nello specifico, considerando lo scenario negativo (238.000 unità) si prevede una crescita dello stock occupazionale nel settore pubblico (60.500 unità) e nel settore privato (303.400 unità); di contro, lo scenario negativo vede una contrazione di 125.500 unità dei lavoratori autonomi.

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