Diritto del lavoro e legislazione sociale
29 Marzo 2025
La Cassazione rigetta il ricorso dell’azienda: nessuna lesione del rapporto fiduciario, il reato non basta a giustificare il licenziamento disciplinare.
La sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 24.03.2025, n. 7793 si inserisce in un filone giurisprudenziale sempre più delineato: la condotta penalmente rilevante avvenuta al di fuori del contesto aziendale non può, di per sé, legittimare il recesso per giusta causa.
Il caso trae origine da un licenziamento avvenuto nel 2019, quando un lavoratore, impiegato presso l’ufficio corrispondenza, si è visto recapitare una lettera di licenziamento a seguito di una condanna definitiva per spaccio di sostanze stupefacenti, risalente a episodi del 2011-2012. Nonostante il procedimento penale si fosse concluso già nel 2016 con 2 anni di reclusione e una multa, la società ha agito soltanto dopo aver acquisito copia della sentenza 3 anni più tardi.
Posizione dei giudici di merito – I giudici di primo e secondo grado hanno ritenuto il recesso privo dei presupposti richiesti, in quanto la posizione del lavoratore non prevedeva responsabilità né esposizione esterna, escludendo quindi effetti negativi sull’immagine aziendale.