Paghe e contributi
02 Maggio 2025
Con l’ordinanza 23.04.2025, n. 10648 la Corte afferma che il tempo di presenza obbligata va riconosciuto come orario di lavoro e retribuito in modo proporzionato.
Il punto di partenza del giudizio affrontato dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza 23.04.2025, n. 10648 è il caso di un lavoratore impiegato con un contratto nazionale per le cooperative sociali, chiamato a garantire la reperibilità notturna in sede, subito dopo il turno pomeridiano. 2 notti su 7, per settimane intere, trascorse all’interno della struttura, senza libertà di movimento e con l’obbligo di intervenire in caso di necessità.
La Corte ha riconosciuto che questo tempo, pur non caratterizzato da attività ininterrotta, presenta un vincolo talmente forte da escludere qualsiasi assimilazione al riposo. Viene dunque qualificato a pieno titolo come orario di lavoro, con tutte le conseguenze giuridiche del caso.
Trattamento economico sotto osservazione – Tuttavia, la decisione non si limita a questo primo passaggio. L’ordinanza prosegue sottolineando che la direttiva 2003/88/CE e le interpretazioni offerte dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea non si esprimono direttamente sulla retribuzione, lasciando ampio margine alla contrattazione collettiva. Ciò non autorizza, però, a fissare compensi simbolici per attività che richiedono comunque disponibilità effettiva e continuità.