Diritto del lavoro e legislazione sociale
25 Marzo 2025
La Suprema Corte rimette alle Sezioni Unite il quesito sui termini di pagamento dei contributi in caso di incertezza normativa, con possibili ripercussioni sui diritti dei debitori previdenziali.
Una questione interpretativa di grande rilievo è stata trasmessa alle Sezioni Unite dalla Sezione lavoro della Corte di Cassazione, con l’ordinanza interlocutoria 16.03.2025, n. 7029. Il punto centrale dell’esame riguarda le modalità di applicazione dell’art. 116, c. 10 L. 388/2000, con particolare riferimento ai termini entro cui effettuare i pagamenti di premi e contributi per godere della riduzione delle sanzioni civili.
Caso concreto e antefatti – La vicenda giudiziaria nasce da un ricorso dell’Inps contro una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Il contesto è quello di una società che gestiva un ippodromo, per la quale l’ente previdenziale aveva contestato, a seguito di ispezione, la natura dei rapporti di lavoro con alcuni collaboratori nel periodo 1981-1992. Dopo un lungo percorso giudiziario, venne stabilito definitivamente che i rapporti erano di natura autonoma, ma che la società doveva comunque versare contributi per malattia e GESCAL (Gestione Case Lavoratori).
Nel 2015, la società procedette al pagamento volontario di questi contributi e delle relative sanzioni in misura ridotta, facendo leva sull’art. 116, c. 15, lett. a) L. 388/2000, che prevede una riduzione quando si verificano “oggettive incertezze connesse a contrastanti orientamenti giurisprudenziali”.