Diritto del lavoro e legislazione sociale
11 Settembre 2025
La Cassazione stabilisce regole severe per la sorveglianza aziendale: violata la privacy se mancano informative e procedure autorizzative specifiche secondo la sentenza 29.08.2025 n. 24204.
La vicenda origina da una disputa tra un’azienda e alcuni suoi ex lavoratori, accusati di concorrenza sleale durante il periodo di lavoro. La società sosteneva che questi ultimi avevano contribuito alla creazione di un’impresa concorrente sfruttando conoscenze e contatti acquisiti in azienda.
Il Tribunale di Milano aveva inizialmente dato ragione al datore di lavoro, condannando i dipendenti al risarcimento dei danni. La Corte d’Appello milanese aveva però ribaltato la decisione, dichiarando inutilizzabili le e-mail estratte dai server aziendali. Secondo i giudici di secondo grado, quelle comunicazioni costituivano “corrispondenza privata” protetta dalla normativa sulla privacy e dallo Statuto dei lavoratori.
La Corte di Cassazione ha confermato questa linea, rigettando il ricorso dell’azienda e stabilendo principi chiari sulla sorveglianza elettronica dei lavoratori.
Quando il controllo diventa illecito – La Suprema Corte ha evidenziato che le e-mail personali, anche se utilizzate tramite dispositivi aziendali, restano protette dall’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. L’accesso da parte del datore di lavoro senza informativa preventiva e senza procedure autorizzative specifiche viola i principi di legittimità e proporzionalità.