Diritto del lavoro e legislazione sociale
13 Maggio 2025
Il superminimo individuale è un emolumento integrativo della retribuzione di fatto e soggiace al principio generale dell'assorbimento. La regola generale dell'assorbimento non si applica in quali casi? Esempi e giurisprudenza.
Il superminimo individuale costituisce un emolumento aggiuntivo e integrativo della retribuzione di fatto e assicura al lavoratore un trattamento più favorevole rispetto alle retribuzioni previste dal Ccnl applicabile al rapporto di lavoro. Definito dalla Cassazione come “eccedenza retributiva rispetto ai minimi tabellari”, il superminimo individuale è frutto di un accordo tra datore di lavoro e lavoratore concluso in fase di assunzione o successivamente. Essendo nella piena disponibilità delle parti, queste possono sempre prevedere, con successivo accordo, la sua eliminazione totale o parziale (Fondazione Studi Cdl, parere 26.10.2009, n. 12).
Il consenso del lavoratore a un accordo di riduzione del superminimo può intervenire anche per comportamento concludente del lavoratore purché non motivato da un intento diverso da quello specifico di accettare le nuove condizioni peggiorative (Cass. 18.11.1985, n. 5655).
Il superminimo individuale non può invece essere ridotto né dalla contrattazione collettiva né per decisione unilaterale del datore di lavoro. Nella lettera di conferimento del superminimo, sottoscritta dal lavoratore “per accettazione e ricevuta”, sono indicati l’importo concordato, le motivazioni alla base della sua assegnazione, la sua assorbibilità o non assorbibilità negli aumenti dei minimi tabellari.