Società e contratti

13 Febbraio 2020

Tempo di aggregazioni professionali

I principali metodi per valutare lo studio in vista di una potenziale cessione/fusione.

Dal +200% di commercialisti rispetto ai primi anni ’90, è scaturita un’inevitabile maggior concorrenza e una contrazione del fatturato, anche in seguito alla soppressione delle tariffe professionali, ormai da più di un decennio. Come “favorevole conseguenza”, soprattutto nelle metropoli, gradualmente, i professionisti hanno iniziato a organizzarsi, sostanzialmente, con 2 principali modelli di aggregazione, tralasciando troppo spesso l’importanza di essere presenti sul web.

La prima modalità è quella della cessione/acquisizione dello studio individuale, in cui predomina l’elemento dell’intuitus personae e la fiduciarietà, ossia l’attività del professionista è basata sul rapporto di fiducia instaurato con il cliente. È quasi inevitabile che il cedente affianchi il cessionario/successore, per un certo tempo concordato, per farlo conoscere ai clienti e favorire l’instaurazione del rapporto di fiducia.

La seconda tipologia di aggregazione consiste nella fusione tra studi professionali, spesso ispirandosi alla multidisciplinarietà (commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro) con l’obiettivo di fornire al cliente servizi a 360 gradi.

In entrambi i casi si presenta la necessità di valutare lo studio professionale; a tal fine occorre evidenziare che, con D.L. 223/2006, (Decreto Bersani), entrato in vigore il 4.07.2006, il legislatore si è occupato del profilo prettamente fiscale della cessione della clientela dello studio professionale, con l’introduzione del comma 1-quater all’art. 54 del Tuir. Con tale modifica, tra i redditi di lavoro autonomo sono compresi anche i compensi percepiti in seguito alla cessione a titolo oneroso dello studio professionale.

Il valore di uno studio professionale dipende da tanti fattori: beni strumentali materiali e immateriali (logo dello studio, presenza sul web e indicizzazione, appartenenza a un network), collaboratori, dipendenti, contratti in vigore con la clientela e con terzi (locazione o leasing dell’immobile adibito allo studio, software gestionale, ecc.), relazioni sociali, ubicazione sul territorio, ecc. A eccezione dei beni strumentali, tutti gli altri elementi costituiscono l’avviamento dello studio professionale e devono essere singolarmente individuati per la valutazione complessiva dello studio. Non esiste uno stratagemma per la stima del valore dello studio professionale; in sostanza, il valore varia secondo le caratteristiche e gli obiettivi ed è consigliabile utilizzare più di un metodo per avere maggiori punti di riferimento. I metodi più applicati sono i seguenti:

metodo reddituale: si basa sui redditi medi conseguiti dallo studio professionale. Si stima quanto rende, ossia quanto può essere il reddito medio conseguibile negli anni futuri, applicando un tasso di attualizzazione. Non tiene conto dei beni strumentali. Solitamente, l’utile di un anno viene aumentato o diminuito, secondo le circostanze, moltiplicandolo per un periodo di tempo prospettico, compreso tra 1 a 5 anni;

metodo finanziario: si basa sulla previsione dei flussi di cassa che potranno scaturire dall’attività futura, adattabile agli studi di dimensioni importanti, con strutture già avviate e beni strumentali già ammortizzati;

metodo della percentuale dei ricavi: specifico del settore odontoiatrico, rappresenta un indicatore del valore della clientela (pazienti); si calcola la percentuale dei futuri ricavi, facendo di solito una media dell’ultimo triennio;

metodo dell’intuitus personae: tiene conto delle valutazioni personali del professionista, basato su coefficienti di rischio professionale e rischio del cliente;

metodo del pollice (multipli): è utilizzato soprattutto per gli studi di non grandi dimensioni, applicando una percentuale al volume del fatturato dell’ultimo anno che nella prassi varia intorno al 1,5. Tale coefficiente non è standardizzato, poiché occorre rettificarlo in base alle caratteristiche dello studio, esaminandone i singoli aspetti.

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