Amministrazione e bilancio

01 Settembre 2016

Gestione del ciclo del circolante

<div>Il ciclo del circolante è il tempo che intercorre dal momento del pagamento dei fattori produttivi al momento dell`incasso dei ricavi ottenuti con i prodotti venduti.</div><div>Questo periodo è solo parzialmente sotto il controllo dei <i>manager</i>, mediante politiche di gestione delle scorte, dei clienti e dei fornitori.</div>

Un ciclo del circolante positivo comporta un fabbisogno da finanziare, in quanto l`incasso dei crediti è successivo al pagamento dei debiti. Un ciclo del circolante negativo comporta un`eccedenza da investire in quanto l`incasso dei crediti è precedente al pagamento dei debiti. Dai valori a consuntivo è possibile definire politiche di gestione per migliorare l`andamento futuro e investire nel modo corretto in funzione dell`andamento dell`azienda, le proprie disponibilità. Le principali attività in cui le imprese investono sono i crediti commerciali, le scorte di magazzino, le immobilizzazioni e la conseguente liquidità.

Tralasciando le valutazioni legate agli acquisti di immobilizzazioni, che sono correlate principalmente al processo produttivo e al relativo assorbimento da parte del mercato dei beni prodotti, i fattori principali da considerare rimangono la gestione dei crediti commerciali e la politica delle scorte.
Nella gestione del credito si possono individuare le seguenti fasi:
1. stabilire i termini di pagamento e la dimensione degli sconti da offrire;
2. definire il contratto standard di vendita;
3. stimare l`affidabilità del cliente;
4. fissare i limiti di fido;
5. incassare, mediante solleciti di pagamento.
La seconda importante attività corrente, costituita dalle scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, richiede l`analisi dei costi-benefici derivanti dal relativo investimento. Mantenere scorte presenta dei vantaggi. Per esempio, una riserva di materie prime riduce il rischio che l`impresa sia obbligata a interrompere la produzione a causa di un`imprevista carenza di materiali.
Sfruttare i vantaggi associati alle scorte non deve comunque far dimenticare che queste hanno anche dei costi, quali lo stoccaggio e l`assicurazione delle merci immagazzinate, il rischio di deterioramento e di obsolescenza. Inoltre, il capitale impiegato per la costituzione di scorte non frutta interessi. Pertanto, le imprese devono trovare il giusto compromesso fra i benefici del mantenere un determinato livello di scorte e i relativi costi.
Negli anni recenti, molte imprese hanno preferito procedere con livelli di scorte più bassi di quelli utilizzati in passato. Per esempio, alcune hanno adottato sistemi di produzione just-in-time che consentono di mantenere quantità minime di scorte ricevendo un flusso continuo di componenti e materie prime nell`arco della giornata.
Non bisogna poi dimenticare che la liquidità è perfettamente assimilabile a qualsiasi altra materia prima necessaria per svolgere un`attività imprenditoriale. Si ottengono sempre benefici dal mantenere consistenti “scorte” di liquidità. Esse riducono il rischio di improvvise tensioni di cassa alle quali dover rispondere entro breve tempo tramite una raccolta di fondi supplementari.
D`altro canto, mantenere un saldo di cassa eccedente piuttosto che impiegare la liquidità investendo in titoli negoziabili o in immobilizzazioni comporta dei costi. Nel cercare di bilanciare questi benefici e costi, il cash manager si trova ad affrontare un compito simile a quello del direttore di produzione.

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