Imposte dirette

28 Luglio 2022

Indennità di esproprio: i profili fiscali

Con il PNRR sono previste numerose opere pubbliche, principalmente destinate al potenziamento e al miglioramento della rete ferroviaria, su buona parte del territorio. Ciò comporterà degli inevitabili espropri.

La buona notizia appresa dai media è che il Presidente del Consiglio Mario Draghi, in occasione dei ringraziamenti fatti ai suoi ministri, nel Cdm tenutosi dopo la fissazione delle prossime elezioni del Parlamento per il 25.09.2022, ha ribadito che nei prossimi giorni lavorerà all’implementazione “del Piano Nazionale di ripresa e resilienza – anche per favorire il lavoro del Governo che ci succederà”. Come ormai risaputo, con il PNRR sono previste numerose opere pubbliche, principalmente destinate al potenziamento e al miglioramento della rete ferroviaria, su buona parte del territorio della penisola. Dunque, saranno inevitabili degli espropri per ragioni di pubblica utilità.

Un sicuro punto di riferimento, per comprendere il fenomeno giuridico, denominato “espropriazione per pubblica utilità” è il D.P.R. 327/2001.

In generale sono espropriabili: diritti e beni di diversa natura, tra cui le imprese, la proprietà intellettuale (diritto d’autore e brevetti), i monumenti e le opere d’arte e, in linea generale, tutti i beni mobili e immobili. Il D.P.R. 327/2001 non si occupa di espropriazioni di beni mobili, che sono disciplinati da altre fonti normative, mentre ricadono, oltre al diritto di proprietà, anche i diritti reali minori, quali ad esempio, il diritto di servitù, il diritto di usufrutto e i diritti reali di godimento, tra cui il diritto d’uso e d’abitazione.

Passando alla trattazione sommaria dell’aspetto fiscale, le somme percepite a titolo di occupazione temporanea, risarcimento danni da occupazione acquisitiva e rivalutazione ed interessi, relativi alle somme corrisposte per occupazione temporanea e per il risarcimento danni, sono soggette a tassazione, con diversa modalità, in relazione alla tipologia del soggetto percettore di tali indennità. La legge prevede che l’onere di individuare la posizione giuridica del soggetto percettore dell’indennità di esproprio sia a carico dell’ente espropriante. L’ente dovrà quindi valutare, sulla scorta di un’autocertificazione del soggetto espropriato, oltre a una comprovante documentazione il diritto alla liquidazione dell’indennità di esproprio, se operare o meno la ritenuta fiscale del 20% (imposta sostitutiva). Tale ritenuta alla fonte costituirà un acconto d’imposta per il percettore, qualora opti in sede di dichiarazione dei redditi per la tassazione ordinaria.

Più nello specifico, di seguito viene riassunta la modalità della tassazione dell’indennità di esproprio:

  • soggetto percettore: persona fisica, privato, senza partita Iva, oppure titolare di partita Iva, che possiede l’immobile espropriato a titolo personale: trattasi di reddito diverso di cui all’art. 67, c. 1, lett. b), soggetto alla tassazione separata, di cui all’art. 17 del Tuir, con la possibilità di far confluire nella dichiarazione dei redditi la somma percepita, optando per la tassazione ordinaria, scomputando la ritenuta subita del 20%, a titolo di acconto delle imposte dovute per l’anno d’imposta di riferimento;
  • soggetto percettore: titolare di partita Iva, esercente un’attività commerciale: la relativa plusvalenza è un componente positivo di reddito e l’ente espropriante non deve operare alcuna ritenuta alla fonte;
  • soggetto percettore: società di capitali ed enti commerciali in genere, per i quali la plusvalenza è un componente positivo di reddito e l’ente espropriante non deve operare alcuna ritenuta alla fonte;
  • soggetto percettore: enti non commerciali in genere, che non esercitano un’attività commerciale, bensì esercitano solo le attività istituzionali, per i quali la plusvalenza è reddito diverso, da tassare separatamente, con la possibilità dell’opzione per la tassazione ordinaria nella dichiarazione dei redditi, scomputando la ritenuta subita a titolo di credito d’imposta;
  • soggetto percettore: enti non commerciali in genere, che esercitano in forma prevalente un’attività non commerciale, bensì istituzionale; in tal caso, la plusvalenza è da considerare reddito diverso, da tassare separatamente, con la possibilità dell’opzione per la tassazione ordinaria nella dichiarazione dei redditi, scomputando la ritenuta subita a titolo di credito d’imposta;
  • soggetto percettore: enti non commerciali in genere, esercenti un’attività prevalente non commerciale, con l’immobile espropriato facente parte dell’attività istituzionale. In tal caso, la plusvalenza è da considerare reddito diverso, da tassare separatamente, con la possibilità di optare per la tassazione ordinaria nella dichiarazione dei redditi, scomputando la ritenuta subita come credito d’imposta; ritenuta fiscale che l’ente espropriante è obbligato ad operare;
  • soggetto percettore: enti non commerciali in genere, esercenti un’attività prevalente non commerciale, con l’immobile espropriato facente parte dell’attività commerciale, esercitata quale secondaria attività. Nel caso di specie, la plusvalenza derivante da esproprio è da considerarsi quale componente positivo di reddito e l’ente espropriante non deve operare la ritenuta fiscale del 20%.

Dalla lettura del presente articolo, emerge la necessità, a breve, di creare una partnership con uno studio legale, con una pluriennale esperienza maturata negli ambiti del diritto amministrativo, al fine di supportare la clientela di studio, al verificarsi di casistiche di esproprio, per opere di pubblica utilità.

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