Accertamento, riscossione e contenzioso

08 Marzo 2024

Guardia di Finanza ed evasione fiscale: Google-map per scovarli

Un nuovo sistema di supporto alle decisioni, denominato “mappatura socio-economica e criminale” (o Google-map), che permette ai vari livelli di comando di accedere a centinaia di variabili economico-finanziarie.

Il nuovo strumento è stato spiegato dal comandante generale della Guardia di Finanza in audizione in Commissione finanze del Senato. Intervenire in chiave repressiva comporta la necessità di un approccio operativo modellato su 3 pilastri:

  1. “flessibilità”, vale a dire rapido adeguamento dell’assetto organizzativo e operativo all’evoluzione del contesto esterno, così da fornire risposte immediate e concrete alle minacce che si presentano. Al riguardo sono stati riportati due esempi: l’avvio tempestivo di indagini, a partire dal 2021, per contrastare le frodi emergenti in materia di crediti di imposta e il piano d’azione nazionale attivato lo scorso anno per verificare la corretta dinamica di formazione dei prezzi della filiera commerciale dei prodotti energetici sottoposti ad accisa;
  2. “verticalità”, cioè l’attività di ricostruzione “in profondità” del più ampio sostrato criminale, ovvero dell’intera “filiera illecita” di matrice economico-finanziaria nel quale si colloca l’oggetto specifico dell’investigazione. Le pattuglie, nel corso delle indagini, acquisiscono le prove degli illeciti e operano sempre un’attenta ricostruzione dei flussi finanziari, con l’obiettivo di svelare i reali beneficiari e i registi delle frodi, così da contrastare fenomeni di riciclaggio e cautelare le illecite accumulazioni di ricchezza;
  3. “trasversalità”, ossia capacità di far emergere le interconnessioni tra i fenomeni criminali, garantendone un’organica repressione, nella consapevolezza che le manifestazioni di illegalità sono spesso multidimensionali.

Una fattura falsa, per fare un esempio, può essere utilizzata a scopi di risparmio fiscale, ma anche per celare accordi corruttivi o per fornire formale giustificazione al riciclaggio oltre frontiera di proventi da reato. In linea di continuità con gli anni precedenti, l’azione del corpo sarà strutturata su quattro obiettivi principali:

  1. contrasto all’evasione e alle frodi fiscali;
  2. contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica;
  3. contrasto alla criminalità economica e finanziaria;
  4. concorso alla sicurezza interna ed esterna del Paese, attraverso l’esecuzione di piani operativi mirati sui più rilevanti fenomeni di illegalità, con modalità differenziate a seconda del contesto geografico di riferimento.

La prevenzione è sicuramente alimentata anche dall’effetto “deterrenza”, assicurato dall’ampia e variegata azione di controllo economico del territorio svolta quotidianamente.
Per la Guardia di Finanza, tuttavia, prevenzione significa soprattutto svolgere interventi mirati che, per loro natura, prevengono ulteriori illeciti fiscali. Tale forma di prevenzione, per distinguerla da quella “tradizionale” connessa alla deterrenza, è definibile con l’espressione “prevenzione misurabile”, ossia quantitativamente perimetrabile: ad esempio, l’attività di sequestro di crediti fiscali fittizi prima che siano indebitamente compensati a danno dell’Erario.
Rientrano nella “prevenzione misurabile” anche le proposte di cessazione d’ufficio di partite Iva avanzate dal corpo, con il fine di impedire l’operatività fraudolenta di “cartiere” e contrastare il fenomeno delle imprese “apri e chiudi”. Lo scorso anno, i reparti hanno trasmesso all’Agenzia delle Entrate oltre 2.200 proposte di chiusura di aziende potenzialmente “tossiche”.
Ulteriore attività di prevenzione è rappresentata dalla partecipazione attiva della Guardia di Finanza alla procedura di “blocco preventivo” dei modelli F24.
Quanto sopra non avviene sulla base di provvedimenti di sequestro emessi dall’autorità giudiziaria, ma sulla scorta di un giudizio di pericolosità fiscale determinato dallo sviluppo di attività ispettive.
In estrema sintesi, i reparti segnalano all’Agenzia delle Entrate i contribuenti che risultano avere maturato crediti senza tuttavia averne i presupposti: ciò al fine di impedire il perfezionamento di fenomeni di indebite compensazioni.

Partito ad agosto 2023, questo nuovo meccanismo ha già consentito di segnalare crediti non spettanti per 650 milioni di euro ai fini del “blocco”, prima che il “danno” venga cagionato.

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